Che storia ragazzi! 3 Agosto 2012 – Posted in: Archivio

di Angela Di Leo

Un paese in comune, una storia orale millenaria, due tipi che se la raccontano. Un libro a due voci e quattro mani nato dallo spirito d’iniziativa di Emanuele Begliomini e dall’affascinante affabulazione di Luciano Corsini, incoraggiati dal vino e da una discreta sensale, Enza Pirrera che firma l’introduzione. La prefazione, invece, è affidata a una grande firma del giornalismo: Aldo Cazzullo.

I due scrittori sono nati nello stesso paese, nello stesso secolo: uno ha visto la luce nei primi 30 anni del 1900, l’altro negli ultimi venti. I tempi e i luoghi che ripercorrono nel loro libro sono relativamente lontani: metà del ‘900, un borgo dell’Appennino tosco-emiliano, terra di montanini coriacei, sbrigativi, eruditi e beffardi raccontatori di storie che hanno (ri)fatto la Storia, evocando vicende tra il vero e il fantasioso nell’antro oscuro del metato.

Se non sapete che cosa è il metato, ve lo racconta Che storia ragazzi! (Sarnus edizioni) attraverso lo sguardo, le parole e la memoria del vate Duilio e “dell’apprendista” Ema.
Un duo che, nella realtà, è difficile da intervistare, perché in pieno spirito montanino “saltano i fossi”. Per questo abbiamo deciso di farci raccontare a modo loro il significato di questa esperienza editoriale. A voi capire chi è il più “giovane” dei due.

«La storia di Napoleone dotta e spregiudicata: è quella che mi è sempre piaciuta più di tutte. Non si poteva non raccontare!»
«Per me è come aver fatto un viaggio nel passato tangibile del mio paese»

«Ripercorrere e scrivere storie in compagnia di qualcuno che appartiene a un’altra generazione è una cosa…naturale»
«A me piace ascoltare e lavorare con la fantasia; lui adora raccontare e ricordare. Ci siamo accontentati a vicenda. Lui è il mio vate culturale: da quando ci siamo conosciuti è nata un’’amicizia forte. Il libro è stato il coronamento di questo rapporto tra due persone anagraficamente agli antipodi».
«Ma se si accetta la vita con entusiamo si è sempre contemporanei!»
«Il passato è affascinante e romantico, ma questo non vuol dire che sia meglio dell’attualità. Di questo tempo non mi piace l’incultura diffusa e la maleducazione che si traduce in mancanza di rispetto negli altri».
«I miei contemporanei hanno fatto di tutto per non rimanere contemporanei!»

«Io vorrei dare dignità a un paese che sta pian piano perdendo la propria identità, affossandosi in un brutto anonimato».
«Beh potresti provarci come rettore dell’Accademia della bugia!»
«Infatti: con il Campionato della bugia* stiamo cercando di proporci come contenitore capace di fare cultura, spettacolo e turismo. Sarebbe bello, per esempio, recuperare il vecchio cinema dismesso per farci uno spazio aperto di scambi sociali e culturali. Insomma, le risorse ideali per emergere ci sono tutte, mancano quelle materiali».

«Per il mio paese…desidererei avere per compaesani almeno dieci altri rettori bugiardi come lui!»
«L’arte di vivere è l’arte di saper credere alle bugie. Lo diceva Cesare Pavese: è l’essenza massima del rapporto tra bugia e vita».
«Si, è vero. Le bugie nella vita possono contare, purché non siano menzogne».

 

Che storia ragazzi!
Editore: Sarnus Editori, 2012
Prezzo: € 10

*Benvenuti nel paesi dei bugiardi