Il segno di Giancarlo Vitali negli occhi della poesia 21 Marzo 2017 – Posted in: ART

Si chiama intelligenza del cuore quella da cui Giovanni Testori si faceva condurre nell’incontro col suo mondo, fosse esso d’ambito letterario, saggistico oppure artistico. O forse, a dirla con Hillman, era abitato dal quel suo daimon che gli imponeva l’emozione e il pàthos come manifestazioni di una natura senza mediazioni. Per questo nel 1983, quando casualmente (ma il grande intellettuale non credeva al caso) ‘inciampò’ in un dipinto di Giancarlo Vitali, al tempo sconosciuto artista lacustre, il suo cuore non esitò. E di lì a poco, a quel pittore appartato e poco avvezzo alla ribalta dei giornali e del mercato che conta, mutò il destino e la fortuna d’artista. Da quei lontani giorni dei primi anni ‘80 molto è stato scritto sul loro incontro, in breve stretto in amicizia, poi in vera familiarità.
Testori scrisse di Vitali in toni altissimi. Lo fece sulla ‘Terza’ del “Corriere della Sera”, lo fece in alcuni saggi critici, lo fece curando personalmente la sua prima mostra ufficiale. Fu così che il cinquantenne artista bellanese, ormai rassegnato a un onorevole anonimato, si vide catapultato sulla ribalta della fama e della considerazione critica. E Vitali ripagò l’amico con alcuni ritratti che ne penetrarono la verità interiore e l’intensità umana. Ritratti di occhi che hanno il segno della compassione e del turbamento e di posture pensose e fragili, che ci raccontano una dolce, lancinante solitudine.
Da qui, dall’incontro fra due uomini che in quei giorni furono capaci di cogliere e di far fiorire l’occasione di una reciproca fortuna, prende abbrivio l’esposizione: Occhi di Testori. Giancarlo Vitali e la poesia, che, nei tre ambienti della ‘Casa’, ripercorre alcuni momenti salienti del loro rapporto umano e professionale. Testori era generoso con gli artisti che sceglieva. E molti di loro lo ritrassero, con mano più o meno felice, ma la critica più avveduta è unanimemente concorde nel riconoscere a quelli dipinti da Vitali il massimo raggiungimento di realismo introspettivo. E così, proprio la prima sala della mostra, si apre con l’esposizione di cinque opere, fra tavole e tele, che riassumono l’anima del grande intellettuale lombardo. L’evidenza della sua sintesi interiore affiora sulle tele con grumi di colori spatolati che creano luci e ombre d’espressionistica efficacia. Una sintesi pittorica accesa e definita da due iridi di un celestiale, calamitante chiarore.
E la stessa impetuosa materia coloristica si addensa, con una potenza quasi iconica, nella seconda sala, dove il dialogo fra i due continua, questa volta fra pittura e poesia, davanti alle spoglie ‘crocifisse’ di un grande Toro Squartato, uno di quelli che Vitali dipinse nel 1984 e che incitarono in Testori una pulsione di mistico strazio, poi espressa in tre altissime liriche, dove la pietas del poeta diventa un atto di denuncia davanti alla violenza d’un ancestrale, crudele sacrificio.
E dopo il Toro dipinto, quello inciso, che apre l’altro grande capitolo dell’arte di Vitali: l’incisione, appunto. Accanto al grande quadro ecco, infatti, esposto il Trittico del Toro, con le tre poesie di Testori accompagnate da un’incisione di Vitali, che, negli anni seguenti, ritornerà sul tema con altre opere, poi raccolte nel 2008 nella cartella Suovetaurilia, introdotta da un intervento critico di Carlo Bertelli. Sei incisioni ad acquaforte/acquatinta, di questo paradigma della pittura che, a partire da Rembrandt e dai maestri fiamminghi del primo Seicento, tornerà ciclicamente d’attualità fino ai giorni nostri, con le opere di Soutine, di Bacon e di Vitali, appunto.
Nella terza e ultima stanza la maniera incisoria del Bellanasco, come con felice epiteto riferito all’antico Testori ribattezzò Vitali, s’esprime nella nicchia preziosa della cartella e del libro d’artista. Argomento questo d’eclettica riservatezza, quella di un collezionismo per palati finissimi.
Nel 2003 Vitali s’incontra col poeta e amico Franco Loi per dar vita, prendendo il cibo come metaforico pretesto, a una poetica meditazione, non scevra da una sottesa chiave sarcastica, sul potere ancestrale che una tavola ben imbandita suscita nell’istinto umano. Il risultato sarà il libro Attorno al Tavolo, composto da 11 incisioni e 9 liriche, che racconta i tre momenti salienti del desco. C’è un prima, un durante, un dopo, scanditi rispettivamente da animali morti in procinto di essere cucinati da commensali sguaiati e bulimici e da una tavola ‘sparecchiata’, zeppa di resti di cibi e di sporcizia, come una desolata ‘fotografia’ d’un brutale bivacco. Le liriche di Loi non commentano le immagini, ma semmai prendono spunto da esse per elevarle a uno status di partecipata e condivisa riflessione umana e poetica.
Diverso l’incontro fra Vitali e il poeta Gianfranco Consonni, perché diversi i temi e il loro incontro di sensibilità. Lavorano insieme una prima volta nel 1999 per realizzare la Cartella Bestiario (8 incisioni, 8 poesie, con introduzione di Gina Lagorio). Tema più lieve, immaginario, divertito, questo, che permette ai due di agire in stretta autonomia. Vitali incide i suoi animali consueti, talvolta con la più affine e veloce tecnica dell’acquatinta, talvolta con la più calligrafica tecnica dell’acquaforte e facendolo sembra deliziarsi nel proporci il lento, quasi statico andare della lumaca, il nervoso e denutrito balzo del gatto di strada, il profilo volitivo e scostante della capra. E da quelle immagini Consonni coglie originalissimi spunti d’epigrammatica bellezza, che hanno il timbro rivelatorio di un’ispirazione ad occhi chiusi, d’una svelata visione che va ben oltre la forma che gli appare. Si chiude in festa con una dedica alla musica nella cartella Concerto (8 incisioni, 8 poesie, con introduzione di Marco Vallora), del 2002, dove i due artisti rinnovano la collaborazione in un aereo e trasognato caleidoscopio di timbro quasi sonoro, espresso nei vuoti e nei pieni delle incisioni di Vitali e nel quieto e lieve respiro delle liriche del poeta brianzolo.

Leonardo Castellucci
Occhi di Testori. Giancarlo Vitali e la poesia