Una testimonianza di Claudio Magris 19 Maggio 2016 – Posted in: BOOKS

Una testimonianza di Claudio Magris introduce il racconto inedito La città provvisoria di Franco Vegliani.

Franco Vegliani

Franco Vegliani è stato uno scrittore di grande e appartata intensità, raro esempio di autentico scrittore che ha scritto solo quando ne ha sentito la necessità e la verità. Un autore che ho amato sin dalla prima lettura, un amore che cresce nel tempo. Vegliani forse non ha ancora avuto – per il suo riserbo alieno da ogni facile effetto e da ogni autostilizzazione – il riconoscimento e la fama che merita e che certo avrà. Li avrà per la sua voce discreta e inconfondibile, per la tersa nitidezza con la quale narra e fa emergere i chiaroscuri, le ambiguità della vita e della storia. Nel suo capolavoro La frontiera, Vegliani ha scritto una storia densa di poesia, di malinconia e di profondità morale, di ambiguità esistenziale; una vicenda – anzi due vicende che si rispecchiano l’una nell’altra – di identità incrinata, una scoperta della difficoltà di riconoscersi non solo e non tanto in una patria, quanto in una personalità unitaria e precisa, nella vita stessa. Inserendosi con originalità nel ricco filone della letteratura di frontiera, che ai confini orientali d’Italia ha avuto molti scrittori di prim’ordine – basti pensare ad alcuni bellissimi, fondamentali libri di Tomizza – Vegliani ha scritto una forte parabola dell’incertezza, dell’ambiguità, dell’inquietudine di vivere.
Ma quell’appartenenza trovata nell’inappartenenza, come anni fa Arduino Agnelli definiva il romanzo, non ha a che fare solo col mondo italo-austro-slavo, con l’incontro fra Impero asburgico e Italia, tra fascismo e resistenza. Essa riguarda un’ambiguità più oscura e più sfuggente, oggi sempre più latente in ognuno.
Lo mette in evidenza con forte poetica il film che ne ha tratto Franco Giraldi La frontiera, splendido soprattutto nella parte che concerne la vicenda del libro più antica nel tempo, la storia di Emidio, che non è solo un salto mortale da un fronte all’altro, ma anche e soprattutto un affondare nell’ombra, in una notte che è amore, sonno, morte, in un paesaggio che rispecchia il destino del personaggio e di tanti altri. Ma Vegliani è autore pure di altri libri, ad esempio Un uomo nel tempo e Processo a Volosca, altro libro che amo molto, cui mi riferivo quando parlavo dei chiaroscuri della vita indagati da Vegliani, più scuri che chiari, ma sempre narrati con asciutta e ritrosa limpidezza. Sono certo che Vegliani è uno scrittore che emergerà sempre più, anche se non con clamore, nel mare così mutevole della letteratura.

Claudio Magris