Il Maestro Martino da Como, cuoco sopraffino 21 Febbraio 2012 – Posted in: BOOKS, FOOD

Tanto per capirsi: tutto il chiacchierare che si fa in Italia intorno alla tavola dei grandi chef, non è antropologia da XXI secolo. Nulla si crea, nulla si distrugge e per comprendere il significato sociale (storico?) del cucinare “ad alti livelli” (in tutti i sensi che questa espressione contiene) bisognerebbe guardare al Rinascimento.

Maria Cristina Magni, detta Ketty, brianzola e autrice di diversi romanzi, lo ha fatto: è entrata nella vita di Maestro Martino da Como e, attraverso i suoi capolavori di gusto e colore, “i cui tempi di cottura sono calcolati in base alla durata di un Pater noster o di un Miserere”, ci racconta come un cuoco ha potuto (e può) conquistare il favore di grandi personaggi – nel suo caso i nobili e i cardinali dell’epoca – ed entrare con loro in così tanta confidenza da riuscire a conoscere “i crucci e le gioie dei signori, a entrare in contatto con i blasonati ospiti, a incontrare, un giorno fatidico, l’amore negli occhi della bellissima contessa Leoni e a diventare cuoco personale del cardinal Lucullo, soprannome del camerlengo Ludovico Scarampi Mezzarota, Patriarca di Aquileia”.

Maestro Martino con la sua cucina “cardinalizia” tocca la vetta più alta della sua arte e passa alla storia come “il principe dei cuochi”. Mutando il contesto storico, non è difficile cogliere aspetti contemporanei. Il caso (?) vuole, tra l’altro, che la prefazione di questo romanzo sia stata affidata a un altro principe: Gualtiero Marchesi.
Così, dall’introduzione fino all’ultima pagina, Maria Cristina Magni riesce ad ingolosire il lettore.
Anche il meno appassionato di cibo.

Il principe dei cuochi, Cairo Editore