Una galleria 28 Ottobre 2011 – Posted in: Archivio

Testo dell’architetto Mario Botta, curatore dell’allestimento della mostra “Giancarlo Vitali. 156 incisioni originali

L’allestimento della mostra

Esporre 156 opere calcografiche di Giancarlo Vitali è come esporre 156 momenti di vita. Il tratto del bulino che incide la lastra, ricercando l’ombra attraverso un segno in profondità, moltiplicato dieci, cento, mille volte, crea un tessuto dove l’ombra fa emergere la luce.
Giancarlo Vitali è maestro di questo segno, di questo lessico espressivo che attraverso l’ombra irradia luce. È impressionante, anche per chi allestisce questo lavoro, vedere come la somma infinita del susseguirsi dei tratti evochi emozioni, scavi turbamenti, riveli impressioni di gioia. Attraverso la profondità tracciata dal bulino, nasce un racconto ogni volta sorprendente, nel quale l’osservatore scopre i temi e gli alfabeti della propria identità, ritrovando così quella parte di se stesso troppo spesso soverchiata dal gran correre di ogni giorno.

Malgrado ci separi una generazione, i racconti di Giancarlo Vitali mi appartengono, sollecitano memorie d’infanzia, emozioni vissute e solo assopite dal tempo della vita.
Il mondo narrato da Vitali dentro il territorio della memoria è una forma di resistenza all’appiattimento del globale, alla lettura superficiale di un racconto virtuale che corre troppo veloce, senza offrirci la possibilità di accoglierlo come parte di noi stessi.
La raccolta proposta dalla Casa dei Costruttori di Lecco, con le pareti del secondo piano stracolme di queste virtuose emozioni, è la testimonianza forte di un’intera generazione, di un mondo arcaico ancora presente, che questo grande maestro ci offre come lezione di arte e di vita.