Esprimiun desiderio Romito 7 Agosto 2011 – Posted in: Archivio

Il 10 agosto, San Lorenzo, la notte tutti guardano verso il cielo in attesa di una stella cadente, pronti con un desiderio in pugno da lanciare verso l’alto. Ho sentito dire che si avverano solo quelli per cui si è pronti a battersi, a non risparmiarsi. Un po’ come in questa storia.

Esco per andare a bere una birra al bar di un amico. Arrivo da lui, stanco morto. Lo saluto e mi dice: «devo farti vedere un posto pazzesco a Castel di Sangro ». Era l’agosto del 2007, faceva molto caldo e c’era la luna piena. Bevo la birra ghiacciata e poi saliamo in auto per andare alla scoperta del misterioso sito. Arriviamo. È tutto chiuso e recintato. Scavalchiamo la proprietà. È buio pesto e sono le due di notte. Settecento metri di strada sterrata e alla fine tra i cespugli sbuca una torre: la luna la illumina e intuisco anche un giardino e un edificio grande. Uno spazio abbandonato e isolato, ma collegato benissimo con il paese. Il giorno dopo ci torno con il sole e perfeziono il quadro. C’è molto da rifare e non sarà facile né breve, però m’innamoro. Chiamo il custode e chiedo informazioni. Scopro che i proprietari sono avvocati di Castel di Sangro, ma vivono a Chicago. Il custode mi fa visitare l’edificio. Impazzisco dall’entusiasmo. Torno a casa, chiamo il mio avvocato, racconto la faccenda e scopro che la settimana dopo lui deve andare a Chicago. Rintracciamo i proprietari in terra americana e partiamo insieme per iniziare una trattativa.

«Sono anni che quello spazio è lì senza una destinazione. Non abbiamo intenzione di disfarcene», questo è l’esordio con gli avvocati di Castel di Sangro, che ci ricevono negli uffici americani. Dopo dieci ore d’aereo e il fuso orario da smaltire, non è esattamente quello che speravo. Io però so che da lì, da Chicago, me ne andrò con un si. E comincio a raccontare. Una fatica immane perché la parola non è il mio forte, ma descrivo il progetto che ho in testa e nel cuore e racconto del paesello e della terra d’Abruzzo e di quanto ci sia bisogno di far nascere cose nuove per le nuove generazioni. Uno dei due avvocati intercala con un «forse, si, non so, è un’operazione da considerare».

Volevo allargare l’attività e desideravo quell’ex convento a tutti i costi. Alla fine dei miei discorsi i due proprietari s’innamorano del progetto e ci accordiamo su palazzo, torre, giardino e speranza. Tutto in una notte. Le cose che ti cambiano la vita spesso accadono in un attimo. Come il terremoto, che due anni dopo quell’entusiastica trattativa ha distrutto l’Aquila. E ha messo un freno al nostro sogno, anche se solo per un po’: noi siamo tipi testardi.

Questo mi raccontava Niko Romito nel febbraio del 2010, out of records, quando stavo scrivendo Spiriti bollenti. Era tale la sua emozione che oggi sono emozionata io quasi quanto era lui allora, sapendo che quel sogno si realizza di fronte al mondo il prossimo 10 agosto, notte di San Lorenzo, di stelle e desideri: il ristorante Reale riapre tra le mura antiche di CasaDonna a Castel di Sangro.

Uno psicoastrologo che amo, Rob Brezsny, una volta ha scritto che “la vita non potrà mai darti il dono sublime che ha in serbo per te fino a quando non smetterai di andare in cerca di un dono mediocre”. Niko non ha mai cercato il mediocre. Nemmeno quando – adolescente dileggiato dalle ragazze e dai compagni – decise che puntare i piedi per un motorino solo per sentirsi uguale agli altri, non aveva senso. E decise di avere un merlo per amico.