Da Fonterutoli verso la Val d’Elsa 23 Giugno 2011 – Posted in: TRAVEL

Nei boschi del Chianti di Castellina. In mountain bike.

Percorso: 26 km
Durata: 6h e 30 min (in bicicletta)
Tappe: Fonterutoli • Croce Fiorentina • Malafrasca • Castellina in Chianti • Monsanto • Cedda

L’itinerario che consigliamo si inoltra in un territorio poco antropizzato e dunque permetterà di entrare in relazione con un Chianti realmente naturalistico, dove i boschi di roverella, le pioppete, i piccoli tratti di strade sterrate, i profumi estivi delle ginestre odorose, dei grandi cespugli spontanei di rosmarino e il suono della natura accompagneranno i più allenati mountain bikers o i più sedentari automobilisti in un viaggio ”lento” e tutto da assaporare. Un viaggio che si aprirà in spettacolari vedute o prospettive impreviste, portandoci alla meta nel dolce declivio su cui sorgono vicinissimi l’uno all’altro due fra i più significativi castelli del Chianti, quello di Paneretta e quello di Monsanto mentre a poche centinaia di metri il punto di sosta di arrivo e di ripartenza sarà la Pieve di Cedda, piccolo gioiello romanico che resiste da secoli aggrappato a un calanco petroso.

L’itinerario

Imbocchiamo la statale 222 e proseguiamo in direzione Poggibonsi.

Dopo tre chilometri, svoltando a sinistra, ci si incunea nel bosco che in due o tre punti si dirada svelando uno splendido colpo d’occhio sulla prospiciente Val d’Elsa che si presenta meno alta e collinare del boschivo Chianti e che laggiù lascia già intravedere le guglie delle torri di San Gimignano.

Il percorso continua fra saliscendi talvolta tortuosi, da affrontare con attenzione.
Lungo l’itinerario incrociamo, dopo 3,5 chilometri Croce Fiorentina e poco più avanti Malafrasca, due piccole frazioni senesi.

Superata Castellina in Chianti proseguiamo per altri 4 chilometri e, usciti dal bosco, facciamo la prima sosta al castello della Paneretta che si presenta nella sua gentilezza formale. Trasformato in agriturismo, un tempo fece da sfondo alle guerriglie fra Guelfi e Ghibellini ma fu anche luogo di cultura dove Girolamo Muzio compose i suoi poemi, fra cui uno dedicato proprio al castello Ritorno a Barberino Val d’Elsa. Dalla fine del ‘500 qui si producee anche il vino.

Lasciato il Castello della Paneretta, dopo circa 200 metri, sulla nostra destra un grande cancello introduce al Castello di Monsanto, oggi rinomata azienda vitivinicola, di origine medievale ricostruito in gran parte in età neogotica, che ha come fiore all’occhiello una cantina di oltre 200 metri quadrati, ricostruita secondo regole costruttive simili a quelle medievali.

Riprendiamo il percorso attraverso una scorciatoia sterrata che si nasconde nel bosco (si consiglia di chiedere agli abitanti il punto esatto in cui imboccarla) e raggiungiamo la Pieve romanica di Cedda la cui facciata è frutto di restauri novecenteschi e stratificazioni architettoniche non sempre filologicamente corrette. È a causa di ciò che un edificio è stato addossato quasi fino a toccare l’arco del portale d’ingresso e che una bifora prende posto fra quest’ultimo e il tetto. L’omogeneità estetica viene comunque mantenuta grazie alla tipologia del paramento murario tipicamente isodoma. È quasi d’obbligo fare un giro intorno alla pieve per ammirare la piccola l’abside semicircolare che presenta un’apertura a forma di croce nella parte superiore.