La Settimana Santa Sarda 5 Marzo 2011 – Posted in: Archivio

sardegnaAtmosfere intrise di un intenso misticismo che spinge alla contemplazione. Sono quelle suscitate dai riti della Settimana Santa che si svolgono in numerosi centri della Sardegna. Un’esperienza da vivere con rispetto e condivisione. Riti che ci consegnano saperi antichissimi legati alla tradizione di un artigianato millenario che si esalta negli abiti caratteristici, fatti di tessuti ricercati, abilmente ricamati e indossati per uno spettacolo dove l’ambiente diventa il teatro di una rappresentazione sacra, quasi liturgica. E poi quei canti, i ‘sos gasos’, come ancestrali evocazioni di divinità antropomorfe che si contaminano con i suoni, anch’essi antichi, della tradizione cristiana.

La Settimana Santa
Sa chida santa (17 – 25 aprile)

Sa chida santa’ (17 – 25 aprile) si apre con ‘Sas Pramas’, la processione della domenica delle Palme e culmina nel giorno di Pasqua, in un incalzante susseguirsi di manifestazioni che rivivono i momenti della ‘Passione del Cristo’.
santaNell’arco della Settimana Santa sarà possibile percorrere un intenso itinerario spirituale attraverso i vari centri isolani.
A Santu Lussurgiu, in provincia di Oristano, nella domenica delle Palme (17 aprile) si celebra ‘Su Nazarenu’, una Via Crucis lungo la quale vengono eseguiti i canti del Miserere e della Novena.
Il rito principale della Settimana Santa di Castelsardo (in provincia di Sassari) si svolge il lunedì dopo le Palme, ‘Lunissanti’ (18 aprile). L’originalità di abiti e usanze, la maestosità della lunga processione (5 chilometri di camminata) dalla chiesa di Santa Maria fino alla basilica di Nostra Signora di Tergu, le sensazioni de ‘La notti Santa’ e la forza dei cori religiosi creano un profondo coinvolgimento di fedeli e turisti.
A Iglesias, nel Sulcis, le origini dei riti risalgono alla fine del Seicento, quando ancora questa Terra era in piena dominazione spagnola. Le manifestazioni hanno inizio il martedì (19 aprile) con ‘la processione dei Misteri’. Nel pomeriggio del giovedì si prepara il tavolo per la cerimonia del lavabo: su una meravigliosa tovaglia ricamata (gioiello dell’artigianato locale) il tavolo è imbandito con il vino, il pane, il pesce appena pescato, le arance e i carciofi. ‘S’Iscravamentu’ (‘Lu Lcravamentu’ in sassarese) di Castelasardo, la cerimonia della deposizione di Cristo, è uno dei riti più solenni del Venerdì Santo.

Pasqua

In molti centri le liturgie si celebrano ancora con antichi cerimoniali di ascendenza medievale, mediati dalla tradizione spagnola. A queste usanze si sovrappongono elementi provenienti da tradizioni ancora più antiche, campidanesi, logudoresi e barbaricine.
A proposito de ‘Sa Chida Santa’ in Barbagia uno dei riti più caratteristici della Pasqua (24 aprile) è ‘S’Incontru’, vissuto con forte pathos a Oliena (in provincia di Nuoro). Il rito rappresenta l’incontro tra Gesù risorto e la Madonna e si celebra con una suggestiva processione di due cortei. Le donne portano con fierezza ‘sos muccadores’, coloratissimi fazzoletti decorati a mano. Si tratta di vere e proprie ‘tavolozze’ di fede e colore.

O.D’.

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