San Carlo Borromeo, mirabile esempio di umanità 15 Novembre 2010 – Posted in: Archivio
Santo già in vita, ben prima della proclamazione pontificia. San Carlo Borromeo è stato un mirabile esempio di amore verso il prossimo ed impegno assoluto a favore della Chiesa. A quattrocento anni dalla sua canonizzazione gli scaffali delle librerie si sono riempiti di numerosi volumi. Ma su tutti spicca l’opera di Fabiola Giancotti, «Per ragioni di salute. San Carlo nel quarto centenario della canonizzazione 1610-2010» (Spirali). Nello studio sul Borromeo – può senz’altro essere definito il più completo finora pubblicato -, Giancotti offre al lettore la possibilità di conoscere sotto ogni aspetto (umano, religioso, storico, culturale) il santo venerato ed ammirato in ogni angolo d’Italia. Le mille pagine del libro sono impreziosite da riproduzioni di opere d’arte, codici antichi e manoscritti della Biblioteca Ambrosiana. Di particolare interesse l’«Index dell’Opera Borromeo», glossario con 800 lemmi e la galleria di opere inedite di artisti italiani e stranieri, che hanno posto al centro delle loro creazioni il santo del lago Maggiore.
Quella di san Carlo è stata sin dalla tenera età una vita consacrata a Dio e alla Chiesa. Ampio spazio viene dato da Giancotti ad alcuni avvenimenti storici. La terribile peste del 1576 viene descritta con precisione, esaltando il tempestivo intervento di san Carlo grazie al quale fu possibile contenere il numero delle vittime. L’allora vescovo di Milano, sorretto dalla fede ed animato da un pragmatismo senza eguali, si prodigò nell’allestire lazzaretti, nell’impiegare risorse economiche per fornire cure adeguate agli ammalati ed assistere le loro famiglie. Il tutto caratterizzato da una grande lungimiranza. Mentre chi poteva fuggiva da Milano, san Carlo fece giungere l’esercito ed organizzò la macchina dei soccorsi con il contributo di medici e volontari provenienti dalle città vicine. L’autrice sottolinea il continuo sforzo del santo di Arona nell’affermare un nuovo stile nella Chiesa, basato su elementi precisi e concatenati fra loro: studio, preghiera, impegno quotidiano e fame di Dio. Un capitolo del libro è dedicato alla storia della famiglia Borromeo (in appendice viene riportato anche il testo integrale de «La nobiltà borromea» del 1718) con ampi riferimenti alle residenze di famiglia, prima fra tutte la splendida Villa San Carlo Borromeo di Senago, appartenuta al cardinale Federico.
«È stato un lavoro molto complesso, in quanto ho cercato di non tralasciare nulla dell’affascinante figura di san Carlo», commenta Fabiola Giancotti. La studiosa, calabrese d’origine ma milanese d’adozione (ha dato vita all’associazione culturale “Il Club di Milano”, coeditore del libro), è convinta che oggi più che mai la figura di san Carlo debba essere presa come modello. «San Carlo – afferma – ha improntato la sua esistenza ad un profondo amore verso il prossimo, lo dimostrano gli innumerevoli episodi, soprattutto in occasione della peste del 1576. Non a caso si parla di “peste di san Carlo”, in quanto il Borromeo si spese a più non posso per combattere la malattia e stare al contempo vicino alla popolazione».
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