Bella Bellano 14 Novembre 2010 – Posted in: TRAVEL

Ramo di Lecco, statale 36. Unica uscita, Bellano. Dall’alto un fianco generoso tagliato in due dal torrente Pioverna, quello che traccia la Valle Assassina e prima di confondersi nell’acqua torbida del lago, spumeggia nell’Orrido.

Un paese industriale, nell’Ottocento. Oggi un paese di pendolari.

Ho attraversato la piazza per incontrare Andrea Vitali nel suo ambulatorio, in fondo al Paese, dove un tempo c’era la filanda. La piazza pullulava di anziani. All’uscita, molti di loro sostavano nella sala d’attesa di Andrea.

Fino a quando ci ho vissuto, Bellano è stato per me un grande parco dei divertimenti. Se devo associarlo a un sentimento, direi la libertà. E poi luce, natura, aria e acqua fresche. Un ricordo, le corse in contrada. Un profumo, il pane del panificio Arrigoni, oltre il fiume. Oggi, quando camminiamo insieme, mia figlia mi chiede stupita “perché ti salutano tutti”. Io non riconosco tutti i volti che incontro ma so di conoscerli, di poterli ricondurre a storie, a volti familiari. Per questo li saluto. Una consuetudine rasserenante, per altri soffocante.

Mi sono trasferita in quella che considero una delle più belle città italiane, Lucca. Pensando di cambiare ho ritrovato la stessa cifra a una latitudine diversa, con sottofondo sonoro toscano. La gente da qualche tempo mi saluta.