Con l’acqua alla gola 2 Ottobre 2010 – Posted in: Archivio

acquaNel 2006 l’Onu parlava di crisi mondiale dell’acqua. Dopo quattro anni le cose non sembrano migliorate. L’acqua oggi manca, scarseggia, si spreca, si inquina, ma non è quasi mai la mancanza della risorsa a impedire l’accesso a diritti fondamentali come l’acqua potabile e i servizi igienici. È invece la possibilità o meno di spendere per avere il bene primario per eccellenza. Una situazione che, secondo Claudio Jampaglia ed Emilio Molinari, autori del libro Salvare l’acqua appena uscito in libreria, edizioni Serie Bianca Feltrinelli, è destinata a peggiorare perché il sistema mercato si sta impossessando della principale fonte di sostentamento umana. Nel libro sono raccolte storie reali di privatizzazioni in corso sparse per l’Italia, e storie di altri Paesi, come per esempio la Francia, dove si sta tornando sui propri passi: da una privatizzazione spinta a una ri-pubblicizzazione delle fonti idriche. Alla cronaca e all’attualità, gli autori accostano riflessioni sulle politiche degli Stati e sulla re-esistenza del Pianeta: perché la questione dell’acqua riguarda anche la terra da coltivare, il cibo da mangiare, la salute globale. Un lavoro, quello di Jampaglia e Molinari, in grado di dare un panorama ampio della situazione, pur presentandosi come un manifesto contro la privatizzazione. Manifesto, però, poco “partitico” e molto “civile” se pensa che poggia le radici su un numero clamoroso (poco rilevato dai media): 1,4 milioni di cittadini hanno firmato per chiedere un referendum abrogativo di quelle normative in vigore in Italia, che prevedono la privatizzazione dell’acqua in varie forme. Le firme, certificate e vidimate, sono state raccolte in tre mesi, un record della storia repubblicana, e depositate lo scorso luglio 2010 (la Corte Costituzionale fisserà la data del voto) dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, ossia da cittadini comuni, spesso non militanti e a-partitici che, come sottolineano gli autori di Salvare l’acqua, «hanno riscoperto nell’acqua un valore comunitario ancestrale».

Raethia Corsini