Il Marsiliana, tra seduzione e gioco 28 Settembre 2010 – Posted in: Archivio

Castello La MarsilianaSono un estimatore dei vini di territorio, probabilmente perché si esprimono col linguaggio della tipicità e della tradizione vitivinicola locale. Credo, infatti, che raccontino fieri la passione e il duro lavoro di generazioni di viticoltori che conoscono a menadito ogni granello di quella miscela di condizioni e saperi che influiscono sul risultato, in quello che viene definito, in una parola, il “terroir”.

Che il vino, specie quello buono, non si faccia da solo è risaputo, che si possa fare ottimo vino, al di là dei vitigni tradizionali, anche.

Sui vitigni internazionali s’è detto e scritto tanto, anche a sproposito, magari con troppa enfasi, specie sulla loro capacità di interpretare il territorio e di raccontarlo a proprio modo. Ma sta di fatto che tutto ciò accade, soprattutto grazie ad un folto gruppo di variabili che interagiscono col DNA del vitigno, dimostrando che Darwin teorizza il fenomeno dell’evoluzione ben oltre quella umana.

Il miracolo è nella sapienza dell’intervento umano, quello capace di ottenere risultati dalla ricerca, sperimentando pazientemente. Non è quindi un caso che Duccio Corsini, il Principe, abbia inteso misurarsi in questa sfida, scegliendo di destinare una quota importante e ben esposta della proprietà di famiglia, accogliendo nobili vitigni francesi in un’area tradizionalmente legata al Sangiovese.

marsilianaIl Marsiliana nasce lì, in quella amena tenuta dove l’occhio si perde nel piacere di un’incantevole spettacolo dominato dal castello e dai filari ordinati delle vigne. Non lo definirei un Super Tuscan nel senso della parola, il taglio bardolese è infatti ben concepito ed interpretato attraverso un equilibrato uvaggio di Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot, Alicante e Syrah. Il risultato, dopo un sapiente affinamento, è un vino elegante, morbido, con buona acidità e sapidità.

L’annata è la 2005 e la bottiglia ha avuto bisogno di miscelare l’ossigeno dell’aria per almeno un’ora, prima di esprimere il meglio di se.

In fondo non è stata una degustazione vera e propria, l’incontro è stato fortuito anzi direi fortunato, a casa di amici, in un ambiente assolutamente informale. Sobria ed elegante l’etichetta (il blu è tra i miei colori preferiti), tappo compatto e umido, boisè la prima sensazione al cavatappi.

Al calice, manco a dirlo, è limpido, vivace la colorazione rubino e intensamente granato l’unghia sul vetro. Pochi minuti e, al naso, l’intenso boisè lascia il posto a ricche spezie di pepe nero e cannella. Con il passare del tempo la complessità diventa ricca: almeno cinque i riconoscimenti aromatici che spaziano dai piccoli rossi ribes maturi, al mirtillo di confettura, fino ad una succulenta ciliegia nera e poi tanto cuoio dolce e note di tabacco. Il naso, fine e affascinante, blocca quasi l’istinto a bere, quasi a non voler abbandonare l’estatico viaggio olfattivo ancora alla ricerca di note nuove.

Ma la curiosità, infine vince, stimolata dall’intensa salivazione, e il calice incontra le labbra.

Perentoriamente secco, caldo (dall’alto dei suoi 14 gradi), gradevole la spalla acida e decisa la sapidità, mentre i tannini scivolano tondi tra lingua e palato.

Nell’espirazione, l’aroma di bocca riporta gradevoli strascichi di tannicità residua, di spezie e dolci frutti.

Non posso dire di avere incrociato un vino da meditazione, tutte le sensazioni arrivano puntuali e nette ma non lunghissime. Credo, invece, che sia particolarmente equilibrato e fine e che nell’occasione abbia dimostrato rispetto anche in abbinamento a preparazioni non particolarmente complesse, mantenendo un buon carattere di condivisione e senza mai essere invasivo.

La Marsiliana paesaggioIl vino è anche gioco, almeno per me lo è, e nell’azzardo ce lo siamo giocati, alla fine della cena, su una tipica crostata lucchese. Inutile dire, audax fortuna juvant.

Se ci provate anche voi, magari dando fondo a tutta la creatività che questo vino merita, siate giudiziosi, curando che chi vi riporta a casa sia ben sobrio.

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