Una ‘festa di popolo’ 27 Luglio 2010 – Posted in: Archivio

Michelangelo Buonarroti, Bacco (part.), Museo del Bargello

Da mesi Firenze è in sorda attesa. Fedele al suo spirito caustico, al suo non credere fino a prova contraria. al suo animo polemico, al suo bisogno di passare sotto le forche caudine di un giudizio talvolta comunque e pretestuosamente severo su tutto ciò che di nuovo si propone e si fa, attende di poter dire (non necessariamente male ma certo non facilmente bene) la sua opinione su un nuovo e chiacchierato evento che dal 30 settembre al 3 ottobre prossimi la animerà e la sorprenderà e con lei i suoi abitanti e tutto quel complesso mondo vitivinicolo che a lei si riferisce. Queste almeno le promesse dei organizzatori.

Evento che porta un titolo fortemente implicato e certo coraggioso: WINETOWN, la cittàvino o meglio la città del vino; la città che, per trascorsi, abilità stratificate in secoli di pratica quotidiana sul campo e dunque di tradizione, pretende più di ogni altra il diritto di rappresentarsi attraverso uno dei suoi tanti temi forti.

Insomma Firenze del Chianti o meglio dei Chianti, delle terre toscane, del Sangiovese, delle grandi e storiche famiglie che in vigna ci sono sempre state e quasi tutte hanno resistito agli anni difficili dello spopolamento delle campagne e infine Firenze dei tanti produttori appassionati che, negli ultimi decenni, hanno ridisegnato (in certi casi fin troppo) e comunque rivalutato e riqualificato i territori agricoli, restaurando, quasi sempre con filologico rispetto, il tessuto costruttivo rurale, fino a rilanciarlo come Status Symbol (e questo ci appare meno interessante).

Firenze, capitale culturale del vino?

Firenze che si propone come capitale del vino e della cultura vitivinicola con la prima edizione di un evento che, almeno nei presupposti, ha tutti gli argomenti per considerarsi tale. Ai giudizi dei malpensanti o dei troppo benpensanti e infine di chi cercherà di valutare questa nuova proposta con spirito il più possibile libero da condizionamento di fazione o di quartiere poi, l’ardua sentenza. A noi, almeno per il momento, preme rilevare con piacere che durante questi quattro giorni di ‘festa della gente’, un po’ come s’usava nell’età della rinascenza, le porte di molti storici palazzi saranno aperte per permetterci di degustare i vini delle molte aziende presenti. Potremo così riappropiarci della bellezza del cortile di palazzo Giucciardii Strozzi, dello proporzionato e accogliente disegno di giardino Antinori, della raccolta e lieta atmosfera dei chiostri di Santa Caterina e degli Angeli, solo per annotare alcune proposte.

Una città e i suoi segreti

Palazzi, giardini, cortili, chiostri fra i più segreti della città schiuderanno il loro privato al ‘popolo’ come salotti preziosi in cui incontrarsi per parlare del vino e della sua storia. E poi spettacoli musicali di ottima selezione e incontri/convegni che affronteranno il tema in senso non solo tecnico ma anche trasversale, imparentando il vino con l’arte, l’archeologia, l’architettura la storia sociale, il marketing e la comunicazione. L’immensa area di piazza Pitti convoglierà invece il ‘senato’ dei grandi potentati vinicoli mondiali. Nella più festosa piazza SS.Annunziata invece, i bambini scopriranno come nasce il vino attraverso il gioco.