Villa della Torre, il sogno di Giulio della Torre 3 Giugno 2010 – Posted in: TRAVEL

villaLa visione delle ville palladiane che scorrono come in una quinta teatrale lungo le rive del Brenta, è fra gli episodi più coerenti e felici della storia della cultura costruttiva del nostro Paese. Ma sempre in Veneto e non lontano dalle dolci sponde dell’arcadico fiume, fra le colline della Valpolicella, a pochi chilometri da Verona ecco un’altra villa. Una. Entrare da sola in suggestivo antagonismo con le precedenti. Venuta su negli stessi decenni delle prime, che sono quelli della seconda metà del ’500, ma con un’idea architettonica che ne fa un pezzo unico in tutto il Veneto. Villa della Torre o el Palasso come da sempre la chiamano nel piccolo centro di Fumane, sembra una naturale filiazione del grandioso Palazzo Tè di Mantova, firmato da quel grande figlio del Rinascimento che fu Giulio Romano, l’allievo prediletto di Raffaello.

caminoVilla diversa da tutte in Veneto. Villa di dimensioni importanti eppure di una grandiosità ben distribuita attorno al peristilio, un cortile spaziale che con quei bugnati manieristi vuol essere un deferente omaggio al più noto palazzo. Villa che per la concezione non strutturalmente concepita per un’attività a vocazione commerciale, sembra nascere con i chiari propositi ‘di villeggiatura’, dimensione classista e divertita tanta cara alla nobiltà veneta ma che i patrizi della Roma dei Cesari definivano Hotium. Affascinante ma pericolosa dimensione riservata alla nobiltà.

Villa di ozi, dunque e di piaceri e di riposo e di svago. Ricerca di puro edonismo che si esalta in prospettiche fughe di piani fino al giardino e alla peschiera, dove le fontane e i giochi d’acqua sottolineano il clima di uno status privilegiato che diventa passatempo alla noia. Spazi verdi chiusi da mura di cinta che sembrano voler perimetrare e definire il mondo di un piacere esclusivo e astratto che inizia appena oltrepassate quelle mura.

Villa d’atmosfere magiche e di simboli. Molti di essi ancora un enigma. Come i mascheroni che ornano i camini, raffiguranti forse divinità ancestrali che alludono al gioco sottile del piacere dell’ignoto.

Non ancora certa la mano dell’architetto che la immaginò. Giulio Romano salta alla mente subito, ma poi Vasari ci informa che il tempietto e forse anche la Grotta, entrambi ‘divertimenti’ a pianta ottagonale, siti nello spazio verde, sono di Michele Sanmicheli che nella prima metà del Cinquecento segnò di solidi capolavori la sua Verona.interno

Nacque per volontà del letterato Giulio della Torre che certo cooperò attivamente alla realizzazione del suo ideale umanista. Sogno che si compì e definì anche nei più raffinati dettagli nel 1560.

Una residenza, un vino. Allegrini, una fra le Aziende Agricole produttrici di vino più famose in Italia e nel mondo, è proprietaria della Villa. A Fumane, nel centro della Valpolicella Classica, il vigneto denominato appunto Palazzo della Torre, circonda la Villa. Il vino Palazzo della Torre, è apprezzato in tutto il mondo per la sua intensità e complessità e per essere stato per 5 anni consecutivi nei Top 100 di Wine Spectator.