Ristorante Navedano a Como 23 Giugno 2010 – Posted in: FOOD

Navedano“Punto di Rugiada” è l’invito a scoprire questo raffinato indirizzo segreto che esiste da oltre cent’ anni, gestito con passione dalla famiglia Casartelli.

Primo e unico ristorante-serra italiano, il Navedano è un indirizzo segreto immerso nel parco dell’oasi verde del Cosia, ospitato in una villa ottocentesca a pochi minuti dal centro di Como. Un luogo nascosto e suggestivo, gestito con sapienza e discrezione dalla famiglia Casartelli. La quarta generazione ha festeggiato nel 1996 i 100 anni.

Protagonisti assoluti di questa speciale realtà i fiori freschi che sono ovunque: nell’ampia terrazza all’ombra del grande platano, nella tipica barca del lago, la “Lucia”, che accoglie gli ospiti all’ingresso, nelle giganti giare pugliesi che abbelliscono le sale, su ogni singolo tavolo e, infine, nei piatti del loro ultimo Menu di Fiori “Punto di Rugiada”. A questa particolarità si accosta un menu raffinato di carne e pesce, sempre con profusione di erbe aromatiche, germogli e fiori, che provengono dall’orto dietro la cucina, e con 500 etichette di vino e carta delle birre in abbinamento.

L’ANTICA STORIA

Navedan, che da il nome all’insegna, era un ufficiale di Garibaldi che, ferito nella battaglia di San Fermo (1859), località che dista pochi km dall’odierno ristorante, decise di ritirarvisi– allora un mulino ad acqua con annessa osteria – a vita privata: col passare del tempo tra gli abitanti rimase l’uso di dire “Andiamo dal Navedan” facendo riferimento all’antico edificio. Dal 1896 è nelle mani, abili ed appassionate, della famiglia Casartelli: dapprima i nonni Vittorio e Chiara, poi Carlo e Assunta, genitori di Giuliano il quale insieme alla moglie Lella e alla figlia è dal 1969 l’attuale proprietario. Anima e cuore di questo luogo incantato, Lella e Giuliano nel corso degli anni, con sapienti ristrutturazioni hanno trasformato il mulino ad acqua con trattoria di un tempo, nel raffinato ristorante di oggi, un indirizzo che si propone di offrire in un ambiente suggestivo una cucina ricercata con attenzione alla qualità della materia prima, dove “l’ospite – precisa la signora Lella – si deve sentire amato, non un numero di tavolo ma una persona”. Perché ogni cena al Navedano deve essere un’esperienza indimenticabile.

LA SERRA IN FIORE

Un edificio ottocentesco, immerso nel verde, la cui magica atmosfera è pervasa dal’intenso profumo dei fiori freschi che arrivano settimanalmente da Olanda e San Remo per adornare scenograficamente interni ed esterni, come in una ricca serra; sin dall’ingresso quando l’ospite viene accolto dalla “Lucia”, tipica barca del lago di Como, ricolma di azalee, orchidee Phalaenopsis oppure ortensie , accanto all’antico tavolo conviviale da osteria.

Oltre l’ampia sala d’attesa con guardaroba, si arriva nell’incantevole veranda sulla terrazza dove, nella stagione migliore, all’ombra di un platano fiorito di oltre 200 anni, circondati da vasi di verdi siepi di bosso alternate a petunie colorate, gialli limoni e profumati gelsomini che scendono a cascata dalla pareti, si pranza e si cena all’aperto, sotto morbidi teli di canapa avorio. Altrettanto suggestive le due sale interne, frutto delle più recenti ristrutturazioni e impreziosite da grandi giare pugliesi color ocra, sempre ricolme di fiori. La prima è la luminosa e più contemporanea Sala dell’Arazzo (che in realtà è un antico fondale dipinto per il teatro), dominata da un’imponente lampadario Venini in vetro di Murano, dove ci si accomoda al tavolo da sei in noce nazionale, apparecchiato all’americana con tovagliette cioccolato e avorio, tra cristalli, argenti e moderni sottopiatti in ceramica scura. La seconda è l’amatissima Sala del Caminetto, che la pietra di Moltrasio al vivo della parete, l’irregolare cotto lombardo del pavimento e il soffitto con travi in legno e tegole a vista, rendono fresca anche nei mesi estivi, tanto che il fuoco del tipico camino lombardo con panchine, viene sempre acceso. La cura quasi maniacale del dettaglio si nota, oltre che nei fiori freschi disposti su ogni tavolo, nel pratico poggia-borse in legno sistemato accanto ad ogni sedia. Un nota di servizio la meritano le toilettes che sono un vero salotto a tre lavabi con consolle in legno e una profusione di orchidee fresche.

MENU DI FIORI E ALTRE TENTAZIONI

Dalla cucina, in cui spiccano le volte in pietra a vista dell’antico spiedo, e dall’annesso laboratorio di pasticceria dedicato, nascono i raffinati menu di carne e pesce e il suggestivo “Punto di Rugiada”, il menu di fiori che inneggia al buon gusto e alla bella stagione, con una profusione di erbe aromatiche (come l’aglio ursino), germogli (ad esempio di tarassaco) e petali, che provengono direttamente dall’orto e dai prati del bosco privato, situati dietro la cucina. La brigata è composta da Giorgio Zanini (executive), Samuele Bani (secondo), Andrea Bonanomi e Pozzi Filippo (Pasticceria), ma l’anima e il motore del menu sono sempre Lella e Giuliano che, insieme alla figlia, ricercano, studiano e sperimentano personalmente ogni piatto della carta. Cifra distintiva la qualità, contraddistinta da attenzione alle materie prime fresche e alla loro stagionalità, con quella giusta dose di raffinata ricercatezza che – senza mai abbandonare il binario della tradizione – sa ogni volta rendere piacevole e accattivante ciascuna ricetta. Ad ogni pasto viene offerto un originale amuse-bouche accompagnato da bollicine, che può essere un delicato “Flan di piselli con pesto di tarassaco, germogli di erba medica, chips di patata viola vitellotta” o “Uovo di quaglia, in salsa di zucchina con valeriana, un asparago sottile, gocce di Balsamico, fiori di primula e chips di Castelmagno”, dopodiché si entra nel vivo della carta.

“Punto di Rugiada” è il nuovo menu dei fiori per la primavera/estate 2010 (a cui seguirà il prossimo autunno/inverno un menu “Riminescenze”): scritto su carta pregiata che riporta sul fronte la Primavera del Botticelli invita a gustare un percorso in cui i fiori entrano come ingredienti in un’esplosione di delicati profumi e raffinati sapori da centellinare con il palato, a partire dallo scenografico antipasto, la “Corolla di Parmigiano vacche rosse croccante, germogli di Tarassaco e uova di Quaglia”, al “Risotto ai fiori di Luppolo, Taleggio di grotta lombarda”, dalla tenera “Lombatina di coniglio al Trifoglio, Nocciole, Prosciutto crudo e Camomilla”, fino alle dolci friandises che chiudono il pasto.

Non è da meno l’invitante carta tradizionale aperta da antipasti come il fragrante“Fritto di gamberi rossi di Sicilia con zucchine e fiori di zucca, salsa allo yogurt e menta” o la “Terrina di fegato grasso d’oca con confettura di cipolle rosse al Balsamico tradizionale”. Seguono i risi e le paste fatte in casa (“Ravioli ripieni d radicchio tardivo al ragù di capesante e capperi di Pantelleria”), le carni classiche ma con la loro spiccata personalità (“Carré di maialino laccato al miele d’acacia”; “Filetto di bue lardellato e gratinato al rosmarino” o “Scottadito d’agnello alla santoreggia”) che si alternano al pescato del giorno o all’ “Incontro di pesci del Mediterraneo con aromi al cartoccio”; per finire con la selezione di formaggi in abbinamento a confetture.

Nota a parte merita la carta dei dessert, prodotti nel laboratorio interno di pasticceria, la cui sola lettura è una tentazione, come si intuisce dal “Fondente al cioccolato Valrhona Equatoriale con carpaccio di Ananas al profumo di Coriandolo” o il “Croccante alla framboise, crema di formaggi bianchi, coulis al Niepoort e fragole” impreziosito da una foglia di menta zuccherata.

CARTA DEI VINI, DELLE BIRRE E DEI DISTILLATI

Curata da esperti sommelier, la carta dei vini vanta oltre 500 etichette, rappresentative dei migliori produttori italiani e stranieri, con particolare attenzione alle regioni italiane. Parlando di fiori ed erbe, e venendo la birra dal luppolo, una piccola selezione di birre dal Belgio è stata studiata per essere abbinata ai piatti del menu, con un’etichetta in particolare (la Lindemans Framboise) che inaspettatamente ben si sposa anche con i dessert. Quanto ai distillati offrono la più tradizionale gamma dei fine-pasto, dai Porto ai Calvados, dai Bas Arnagnac alle Grappe.

Visita il sito web del ristorante Navedano

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