Il secondo DOC della Lucania: il pregevolissimo “Terre dell’Alta Val d’Agri” 10 Maggio 2010 – Posted in: Archivio

agriIn molti scritti del passato si ritrovano descrizioni della tradizione vitivinicola a Viggiano e nelle terre dell’Agri, lo storico viaggiatore Giuseppe Antonini ne La Lucania del 1747 scrive: «… si trova sopra un’alta collina Viggiano, terra egualmente fredda, e grande, le di cui campagne, specialmente le vigne sono da quei contadini tenute con tal proprietà, che fanno invidia a quelle Toscane… Vi si raccoglie del frumento, legumi, olio. Oltre dell’agricoltura esercitano puranche la pastorizia. Non vi manca la caccia di lepri, volpi, e di più specie di pennuti. In questo paese vi è molto commercio con altre popolazioni della provincia, e fuori ancora». In Val d’ Agri, come in tutte le comunità lucane, il vino era utilizzato sia per accompagnare il cibo sia come bevanda dissetante nelle giornate di duro lavoro nei campi.

La tradizione vitivinicola dell’area della Val d’Agri viene da lontano ed è testimoniata da evidenze storiche che mostrano gli approviggionamenti di vino effettuati a Viggiano dai frati della vicina Certosa di Padula.

Oggi lo stesso vino è conosciuto sotto il nome Terre dell’Alta Val d’Agri DOC. Conta 12 aziende (6 sono però quelle che imbottigliano), 7 etichette, una produzione di 80 mila bottiglie l’anno, 15 mila ettari coltivati e iscritti all’Albo delle DOC. È ottenuto con uve di Cabernet, Sauvignon e Merlot, esclusivamente con l’impiego di lieviti autoctoni, e con naturali processi di stabilizzazione come i travasi e il controllo delle temperature. È un eccellente vino, vinificato in purezza; fine e complesso, esprime le note spiccate di un territorio ancora originale e autentico, ed è adatto a molti piatti consistenti, dai salumi, ai formaggi stagionati, ai primi di ragù, agli arrosti. Di colore rosso cupo con riflessi rubino carico, esprime al naso vari sentori di frutta e confetture. Corpo pieno e consistente da giovane, con l’invecchiamento si ammorbidisce e rifinisce, sviluppando fragranti profumi. Vino di qualità artigianale, predispone al convivio mentre apre il cuore e libera la mente; è prodotto esclusivamente con metodi naturali, senza additivi e coadiuvanti chimici, in rispetto della tradizione e del territorio.

Le forti escursioni termiche che si verificano nella valle in estate, in piena maturazione delle uve, esaltano la qualità dei vitigni Merlot, Cabernet e Sauvignon, presenti in queste zone già dall’ Ottocento, probabilmente a causa dell’emigrazione contadina e dei musici girovaghi, violinisti e arpisti, originari di Viggiano. Il Terre dell’Alta Val d’Agri è stato riconosciuto DOC, nel 2003, e si coltiva sui vigneti situati a 800 metri sul livello del mare, nei comuni di Viggiano, Grumento Nova e Moliterno. E’ realizzato in due varianti: il Rosso di cui si è parlato che può anche essere invecchiato diventando il “Rosso Riserva”e il “Rosato” che prevede anche l’utilizzo di Malvasia Bianca prodotta in Basilicata.

Il fitto labirinto di filari nella piana dell’agri ha fatto scaturire il detto, “Perdersi nelle vigne dell’agri” ancora oggi usato a sottolineare quanto estesi e intricati si presentino al visitatore esterno questi campi, e quanto lo fossero tempo addietro, quando la piana era quasi esclusivamente coltivata a vite e non c’erano tante strade. Un paesaggio che nel mese di ottobre si presenta lussureggiante e provvido, pronto a dare i suoi frutti e il suo succo. Il tempo della vendemmia in queste terre diventava, così, un tempo sacro, da immolare alla Madonna. Nasceva così la Festa dell’uva che si celebra ancora oggi la prima domenica di ottobre.

VIAGGIO IN BASILICATA

Autore: Annateresa Rondinella, Antonio Riviello
Editore: Florence Packaging
Pagine: 334
Prezzo: € 18,00

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