Dalle tavole di Eraklea al Matera Wine Festival 5 Maggio 2010 – Posted in: Archivio

materaIl Matera Wine festival si svolge nella città dei Sassi a fine giugno ed è organizzato dal “Consorzio di tutela Vini Matera DOC”. Questa manifestazione enologica offre spunti per conoscere la tradizione vitivinicola locale di cui si ignorava l’esistenza fino a qualche tempo fa. Osservando oggi il paesaggio, ben poco rimane sulle colline materane dell’antica tradizione vitivinicola, eppure numerose sono le cantine, in parte abbandonate, che costellano il rione Sassi di Matera. Passeggiando nella zona di Casalnuovo non è difficile imbattersi in cantine che ancora custodiscono gli antichissimi pigiatoi scavati nella roccia. Senza voler fare una rassegna analitica degli scritti sull’origine della viticultura a Matera e nella sua provincia è doveroso citare il ritrovamento delle tavole di Eraklea (IV–III secolo a. C.) avvenuto nel 1732, nel greto del torrente Salandrella.

Le tavole incise in bronzo e in lingua dorica, costituiscono oggi la più antica testimonianza scritta di quelle che erano le colture un tempo presenti nell’area del Materano: prima fra tutte la vite. L’intensa attività viticola è testimoniata dalla presenza in numerosi inventari ecclesiastici lucani in cui compaiono citazioni e descrizioni riguardanti beni come vigneti e cellari, dal latino cellarium cioè cantina. L’attività vitivinicola godeva di grande considerazione nella comunità Materana testificata inoltre dai molteplici documenti adottati dal governo locale, al fine di regolamentare e tassare il consumo e la vendita di vino. Si trattava di una produzione di qualità legata al microclima favorevole che si veniva a creare all’interno delle cantine situate nei Sassi e in tutto l’habitat rupestre materano. Queste grotte risultavano particolarmente adatte sia alla fase di fermentazione del mosto, sia a quella successiva di conservazione dei vini. La tradizione si è perpetuata in maniera florida e costante fino alla seconda metà del XIX secolo, quando con la comparsa dell’insetto fillossera ci fu un decollo dell’attività viticola e enologica. A Matera, delle numerose cantine esistenti fino a tutto l’Ottocento, pochissime ripresero la loro vecchia funzione. Le cantine dismesse furono quasi subito adibite ad abitazioni, mentre le superfici agricole, che precedentemente erano ricoperte da vitigni, furono destinate alla coltivazione di cereali.

Matera negli ultimi anni ha cominciato un deciso e progressivo recupero di quell’arcaica vocazione che per secoli ha caratterizzato la storia e l’economia dell’intera regione. A differenza dell’area del Vulture che vanta, grazie alla produzione dell’Aglianico, una certificazione DOC già dal 1971,l’area Materana è riuscita ad ottenerla solo nel 2005 per il Matera Doc che annovera anche il primo bianco DOC della regione. Per opera dell’iniziativa della cooperativa Artezeta e dell’Associazione Guide Turistiche Autorizzate di Basilicata è possibile usufruire durante il Matera Wine Festival di un percorso culturale che prevede la visita della cantina Gennarone, risalente al 1696, per poi ripartire alla scoperta delle cantine site nel Sasso Caveoso, fino a palazzo Pomarici sede del MUSMA – Museo della Scultura Contemporanea con la visita alle cantine che furono della famiglia Pomarici. Il percorso termina presso palazzo Gattini (Hotel in piazza Duomo) precisamente nella cantina del relativo ristorante situata in una antica neviera. Qui di certo, sia che siate grandi somelier o semplici appassionati di enologia, non rimarrete delusi nell’assaporare le sei tipologie di vini materani DOC capaci di esaltare vivacemente il palato e inebriare i sensi.

VIAGGIO IN BASILICATA

Autore: Annateresa Rondinella, Antonio Riviello
Editore: Florence Packaging
Pagine: 334
Prezzo: € 18,00

Acquistalo subito