Catalogo. Riflessi della fede nell’arte contemporanea 5 Giugno 2013 – Posted in: ART

L’introduzione di Barbara Cattaneo, direttore del Polo Museale di Villa Manzoni, al catalogo della mostra Riflessi della fede nell’arte contemporanea.

La mostra Riflessi della fede nell’arte contemporanea, non vuole costituire una rassegna di arte sacra, ma l’avvio di una riflessione sul rapporto tra questi due temi fondamentali, nel tentativo di indagare sulle possibilità di coniugazione tra Arte e Fede oggi. L’arte è da sempre stata espressione della religiosità di un popolo, del rapporto tra l’uomo e la divinità, a partire dalla preistoria, a tutto il mondo antico. Dagli Egizi, ai Greci, ai Romani, la pittura costituisce, dapprima, un elemento votivo e propiziatorio, successivamente si pone come rappresentazione e passaggio dalla terra all’aldilà, arrivando alla realizzazione di grandi templi in cui l’uomo glorifica la divinità con offerte, preghiere e sacrifici. La Cristianizzazione e la sua diffusione in tutto il mondo, per circa duemila anni, pongono al centro dell’arte la religione e la rappresentazione dei dogmi della fede, dando vita a grandiose composizioni che elevano lo spirito oltre la terra, cui si aggiungono fini divulgativi e d’insegnamento, accessibili a tutti, come i “Sacri Monti“, biblia pauperum, sintesi perfetta di pittura, scultura e natura, nella simbolizzazione del cammino dell’uomo verso la “Gerusalemme Celeste“. Tutti dai bambini agli anziani, dagli uomini di cultura al contadino, dal nobile all’ultimo degli ultimi, erano in gradi di leggere l’iconografia religiosa, dagli episodi biblici, agli attributi identificativi dei santi, in quanto la società era profondamente permeata di fede. La Chiesa, fino agli inizi del XX secolo, fu del resto la principale committente di opere d’arte, indicando parametri, temi e modalità di esecuzione delle opere, con le quali gli artisti dovevano confrontarsi, pur esprimendo la propria personalità e tecniche. L’avvento delle Avanguardie, e la progressiva laicizzazione della società occidentale, ha portato da circa un secolo alla progressiva perdita di identità tra Arte e Fede, dove la dissoluzione delle immagine e dei temi tradizionali porta all’isolamento dell’artista dalla società comune e i soggetti diventano astratti, o ricerca formale di nuove tecniche e mezzi espressivi, dall’astrattismo, all’informale, alla pop-art, all’iperrealismo, per arrivare alle attuali performance, installazioni, fotografie, video.

La rappresentazione del sacro è ormai in disuso o relegata alla ripetizione di stili e iconografie tradizionali, non più in grado di comunicare con forza le proprie verità. È possibile allora pensare ancora oggi a una rappresentazione del sacro nella società attuale, così profondamente permeata d’individualità e sulla soddisfazione di bisogni immediati? È possibile tradurre con nuovi linguaggi espressivi la ricerca di Dio? Gli artisti, nella maggioranza dei casi irridono oggi il tema del sacro, o ne sono del tutto indifferenti. Come la Chiesa potrebbe oggi recuperare un ruolo come committente di opere d’arte? Si tratta allora di rivedere una serie di posizioni a partire da una rinnovata attenzione, sia da parte della Chiesa, verso i linguaggi dell’arte contemporanea, sia da parte degli artisti che possono individuare nel tema del sacro nuovi spunti d’ispirazione e possibilità di sperimentarsi nella ricerca di nuove tecniche, composizioni, colori e simboli per tradurre la necessità di una nuova fede in cui credere. La necessità esistenziale di Dio, dalla quale nonostante la continua negazione nel tempo presente, l’uomo non può prescindere.