Viaggio in Piemonte 15 Giugno 2012 – Posted in: BOOKS, TRAVEL

Dalla prefazione di Viaggio in Piemonte. Una guida GourmArt che si legge come un libro

Prima di iniziare questo viaggio ci pare giusto offrire a chi ci vorrà seguire qualche coordinata indispensabile per capire “dove” stiamo andando e “come” ci andremo. Sul “perché”, non è il caso di soffermarsi più di tanto: per quanto riguarda il patrimonio artistico ed enogastronomico, che sono le principali, non uniche, chiavi di lettura di un territorio proprie delle guide Gourmart, il Piemonte è notoriamente fra le regioni più ricche ed interessanti del pur vasto panorama italiano. Cominciamo dunque col definire l’oggetto del nostro viaggio. Esercizio solo apparentemente accademico, ma a nostro parere molto utile lungo i percorsi alla scoperta delle diverse realtà piemontesi.

Il termine “Piemonte” compare per la prima volta nel 1193, menzionato in un accordo fra il marchesato di Saluzzo e il comune di Asti. Da quel momento si diffonde un po’ ovunque in Italia, riferendosi peraltro per molto tempo ad un’area che viene considerata parte della Lombardia. Anche la composizione di tale area non era per nulla considerata omogenea o condivisa, come si rileva da diversi documenti e cronache. Gli stessi conti di Savoia, i cui possedimenti si trovavano soprattutto al di là delle Alpi in territorio francese, definivano Piemonte le terre oltremontane di nuova conquista, affidate al ramo degli Acaia. Contemporaneamente gli Angiò, conti di Provenza, chiamavano Piemonte i loro domini acquisiti al di qua delle Alpi cuneesi (fino ad Alba).

Approfondimento Isole Borromee

Approfondimento Isole Borromee

Tra il XV e il XVI secolo l’espansione dei Savoia portava a considerare Piemonte il territorio appartenente allo Stato Sabaudo con l’esclusione di Asti (possedimento francese), Novara e Alessandria, appartenenti allo stato di Milano, e il marchesato del Monferrato. La “piemontesizzazione” prosegue gradualmente in coincidenza con l’ampliamento dei possedimenti Savoia, ma ancora nella prima metà dell’Ottocento parlando del Regno di Sardegna ci si riferisce ad una “Lombardia Sarda”, che include l’Alto e Basso Novarese, la Lomellina, il Vogherese, il Pavese Cispadano e il Bobbiese, rimarcando anche differenze nei costumi e nel “modo di ragionare”. Volendo dunque parlare di Piemonte come unica e attuale entità geografica o politica, e i cui abitanti sono detti piemontesi, bisogna rifarsi a tempi relativamente recenti, se pensiamo che la Valle d’Aosta se ne staccò solo nel secondo dopoguerra. Questo lungo processo si traduce ancor oggi, nonostante la pialla dell’omologazione e della globalizzazione, in differenze marcate da territorio a territorio che il visitatore non potrà non percepire. Mettiamoci poi l’infinità di valli in una regione circondata per tre quarti dai monti, che sono per loro natura contenitori di caratteri peculiari, e il quadro sarà ancor più composito.

Detto questo parliamo di scelte. Per una descrizione completa e accurata di tutto quel che c’è da vedere e da gustare in Piemonte non ne basterebbero tre di volumi, pur massicci, come questo. Abbiamo quindi selezionato alcuni luoghi ed aspetti sicuramente interessanti, talvolta imprescindibili in un viaggio di conoscenza. Sono ovviamente scelte soggettive che pur non potendo trascurare i capoluoghi o le principali località turistiche, suggeriscono qualche alternativa ai percorsi classici, con un occhio di riguardo alle bellezze artistiche ed alle eccellenze agro alimentari. Un ulteriore apporto lo offrono gli approfondimenti, spesso a cura di esperti qualificati. Per tutto ciò che abbiamo omesso vale sempre, e ancor più in queste terre meravigliose, la prima regola del viaggiatore: il sentiero è tracciato per poterne uscire.

Buona lettura.

Teresa Scacchi e Gianfranco Podestà