Re senza corona e senza scorta… 18 Febbraio 2011 – Posted in: ART

33 RE (Andrea Vitali, Giancarlo Vitali)Il contributo di Leonardo Castellucci a 33 RE, 3° titolo della collana iVitali.

È una lingua ricercata e forbita, a tratti toccata da arcaismi lessicali e sintattici, che si contaminano volentieri con passaggi divertiti di un lombardo con margini d’invenzione. È una lingua abile, che diventa sorridente e leggera in certi passaggi sonori e onomatopeici, quella che Andrea Vitali cerca, soppesa, inventa e propone per trovare la sua letteraria relazione con le opere virtuose di Giancarlo Vitali: 33 carte che passano in rassegna altrettanti volti umani e poi maschili e poi di tutte le età e le estrazioni sociali e di tutte le declinazioni espressive. Volti nati per il piacere di “sporcare un po’ la carta e per giocare con i segni ”, come il maestro è solito dire quando racconta di questi suoi lavori che sembrano nascere per germinazione spontanea e un po’ casuale ma che poi, sempre, diventano una raccolta inesorabilmente bella, coerente, preziosa, che apre interrogativi interiori, anche quando il tema appare soltanto un pretesto per liberare nel disegno il gusto di lasciare andare la mano.
Lavori che si basano sulla tecnica del monotipo, scelta non casuale che coniuga l’arte paziente della calcografia a quella più immediata della pittura e che poi prendono forma e si fanno tema: il re. Un sostantivo che allude a un potere assoluto e che Andrea, nel suo scrivere, fa passare a piacimento da un sostantivo a un semplice dittongo che ogni tanto si diverte a isolare, come nel caso emblematico di Re-umatich, dove ogni parola che contiene il succitato dittongo viene liberamente sillabata solo in quel passaggio, dando il senso balbettante di vecchie ossa che hanno perso in forza e scioltezza e che lo scrittore pare volerci consegnare per una riflessione sulla caducità dell’esistenza e sulla vanagloriosa arroganza del potere.
E allora riprende Giancarlo che su quei disegni inizia un lavoro di dettaglio artistico ed estetico che non appare subito, perché la sua mano si muove sempre con la sveltezza innata della facilità segnica, ma che poi emerge in vibranti rivoli di colori ora puri, ora stratificati che danno anima, espressione a queste immagini interiori che si manifestano in un realismo solo mentale. E sembra di poter dire che lo stato d’animo dei suoi 33Re sia un po’ lo stesso di quello dei re descritti da Andrea che compie il medesimo percorso di talentuosa brevità risolto, in certi frangenti, con veri e propri filosofici aforismi. Re inutilmente fieri, re sconfitti, re senza arte né parte, re sfigati, re senza più corona, re al crepuscolo, re beoni, re che vivono di illustri ricordi, re che sono fuggiti per guadagnarsi la libertà e anche re che hanno capito in tempo e rinunciato al trono per tornare a fare gli uomini o per farlo per la prima volta.