12 racconti per ognuno di noi 13 Novembre 2014 – Posted in: ART

Il contributo di Leonardo Castellucci al 13° titolo della collana iVitali.

In Zodiac Andrea Vitali non parla di pianeti, non fa previsioni astrologiche, non è stregato dalla Luna, non traccia visionarie geometrie, angoli acuti e cuspidi impossibili, sul grande quaderno del nostro destino, non si sofferma a dedurre caratteri e temperamenti, interpretando, con cervellotica irrazionalità, i temi natali dei suoi personaggi, non indossa i panni di un affabulante ciarlatano che abbindola l’interlocutore, gettandogli addosso parole ispirate, né perde il sonno a tentare di instaurare un dialogo iniziatico con Orione. Ma neppure si schiera, con ironico, sarcastico dileggio, contro tutto ciò, come potrebbe far pensare un argomento del genere, affrontato da un autore di comprovata fede laica e positivista (del resto quella del medico è una professione che spesso va a braccetto col senso del finito).
Eppure, a modo suo (o meglio alla maniera di Vitali) l’autore, che ultimamente ci ha sorpresi con risultati letterari che sono usciti dal tracciato consueto della sua narrativa più acclamata, se n’esce con un’ennesima proposta che ribadisce questo momento di felicissima versatilità inventiva.
Perché, fra le pieghe di questi godibilissimi racconti, dodici, naturalmente, come i segni zodiacali, si cela un’alchimia, quella che gli ha permesso di riuscire a tratteggiare, crediamo con divertita consapevolezza, altrettanti protagonisti, che nel loro contesto narrativo, rappresentano, ciascuno, in qualche modo, un tipo zodiacale. Ecco il gustoso divertissement.
E così, dalla fervida fantasia dell’autore, escono brevi storie cariche di una grande forza evocatrice, quasi fossero episodi distillati che lasciano supporre e immaginare le vicende di intere esistenze: quelle del cancerino Cristiano, dal carattere chiuso e sospettoso, dell’arietico Zelindo Borghesio, vecchio arpagone di provincia che denuncia un’impronta caratteriale portata a una certa grettezza d’animo, del leonino e imperativo Prisco Gringhelli, fin da ragazzo un bel prepotente con un’imperiosa anima da capo, del bilancino Giansereno Melensi, ben noto in paese per la sua un po’ noiosa e giudicatoria saggezza, del simpatico e un po’ avventato Ramón Perduto, che ha interpretato la propria vita con una teatrale e inconsistente leggerezza. Sono questi i primi protagonisti che ci vengono alla mente di questa antologia di racconti che hanno il dono raro di portarci dentro dodici diverse vite, ciascuna diversa eppure simile alle altre, ciascuna con un proprio destino, eppure tutte con lo stesso, ciascuna che esce dal generico, non identificabile rumore dell’esistenza, per rientrarvi una volta conclusa.
E i dodici protagonisti sono raffigurati dal maestro Giancarlo Vitali con un diretto rimando al loro presunto segno zodiacale, in una rassegna di lapis, ora abilmente e strettamente figurativi, ora più giocosi e simbolici. Ma prima di tutto ciò l’artista presenta la sua voce più alta, un’acquaforte e acquatinta, ch’è un monito e nello stesso tempo una presa di distanza e che ha un titolo più che esplicativo: Dove stiamo andando, la rappresentazione di un caotico, confuso, angosciato groviglio di gente che si incontra ogni giorno nella vita senza vedersi, vivendo soltanto dentro la propria ombra e i propri sospetti. E in questo piccolo, paradigmatico capolavoro, possiamo chiaramente rintracciare i volti dei dodici protagonisti dei racconti di Andrea Vitali. Anonimi attori che rappresentano noi tutti.

A voi lettori il piacere di identificarli.