Esporre 156 opere calcografiche di Giancarlo Vitali è come esporre 156 momenti di vita.
Il tratto del bulino che incide la lastra, ricercando l’ombra attraverso un segno di profondità,
moltiplicato dieci, cento, mille volte, crea un tessuto dove l’ombra fa emergere la luce
(Mario Botta)
Contributo di Michele Tavola: Nella sagrestia dell’incisore
Giancarlo Vitali è tra i grandi incisori dei nostri tempi. La grafica non è arte minore. Una strana forma di feticismo per il pezzo unico attanaglia buona parte del mercato, del collezionismo e della critica.[…] Nel grembo delle tecniche più classiche, Giancarlo Vitali si muove con libertà e disinvoltura, senza indossare “i panni reali et curiali” cari a Machiavelli quando lasciava le quotidiane occupazioni materiali per dedicarsi con rispetto quasi sacrale allo studio. Si trova più a suo agio, citando sempre Machiavelli, con la “veste cotidiana”, quella semplice e dimessa di tutti i giorni e, a differenza dello scrittore fiorentino che idealmente entra “nelle antique corti delli antiqui huomini”, il grande Bellanasco, quando incide, varca la soglia delle osterie e delle botteghe di macellai e imbianchini. Acquaforte, acquatinta, vernice molle e puntasecca si mescolano e si sovrappongono sulla lastra con una sapienza istintiva e con una furia anarchica. Vitali si addentra nella selva delle tecniche incisorie col fiuto ferino del predatore, graffia e abrade il metallo per tentativi, alla ricerca del segno giusto, con gesti innati e spontanei. Impossibile riassumere il suo modo di lavorare in un protocollo e, in ultima analisi, inutile, poiché per il nostro incisore, come per ogni artista che meriti di essere definito tale, la tecnica è solo un mezzo, mai un fine. Queste opere così alchemiche, quasi magiche, nascono in un angolo del suo studio, un Sancta sanctorum dove vengono custoditi e usati gli acidi, le lastre di rame, i bulini e i raschietti. Una stanza modesta e in perenne disordine, dove campeggia una serie di cristi lignei, austeri e sofferenti, che vegliano con sguardo severo sul lavoro dell’artista. Un luogo d’elezione che il Giancarlo, come lo chiamano in paese, con l’immancabile articolo determinativo che caratterizza la parlata lombarda, ha ribattezzato La sagrestia dell’incisore, ritraendola in uno dei fogli più evocativi ed emblematici della collezione.
Testi di Mario Sangiorgio e Mario Botta.
Apparati di Giovanni Testori, Alberto Longatti, Angelo Sala, Mario Botta, Mario Sangiorgio, Carlo Bertelli.
Disponibile anche in eBook.
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DICONO DI NOI
CORRIERE Como: All’Ance di Lecco le incisioni di Vitali
PANORAMA: Agenda
LA REPUBBLICA Milano: Vitali, il fuoriclasse
CORRIERE DELLA SERA Milano: Segni Vitali. Contadini, alberi, tori squartati, pesci di lago. Realismo espressionista e ispirazione lariana
LA PROVINCIA Lecco: Omaggio a Giancarlo Vitali. “L’eccellenza in circolo”
LA PROVINCIA Lecco: Una vita per l’arte narrata in dieci tappe. Il percorso dedicato al maestro bellunese si snoda negli spazi al secondo piano
LA PROVINCIA Lecco: Vitali&Botta, un binomio da non perdere
IL SOLE 24ORE Domenica: Vitali, incisioni a Lecco
IL GIORNO: L’omaggio. Un’antologica per Giancarlo Vitali. Quei fili sottili che legano il pittore a Manzoni