Le anfore sono tornate nel mondo del vino nazionale da quando Joško Gravner a fine anni ‘90 rimase folgorato dalla sapienza e maestria degli artigiani georgiani. In seguito, l’interesse si allargò in tutta l’Europa enoica e, soprattutto, a partire dal 2008 si registrerà anche in Italia un forte impulso, che non si limiterà a riportare in auge la grande tradizione di orci e giare in cotto ma produrrà anche vasi vinari con materiali più moderni ed innovativi, creando una sempre utile competitività, che oggi pone questo settore produttivo al vertice della sfida internazionale.
Da qui, è nata l’esigenza di raccontare, attraverso una presa diretta con i produttori italiani delle varie tipologie di anfore e i viticoltori, come questa tendenza stia incidendo nel mondo del vino nazionale.
INTRODUZIONE
Da quando l’uomo avvertì la necessità di conservare e trasportare merci, alimenti, liquidi, iniziò un lungo viaggio di invenzioni, sperimentazioni, passi falsi e ritorni… i prodotti liquidi come vino, olio, birra richiedevano contenitori capaci non solo di custodire ma di facilitare il trasporto e proteggere il contenuto: e così si sviluppò il prezioso artigianato della terracotta con orci, giare, dolia e anfore. L’anfora emerse come il contenitore preferito per trasporti terrestri e marittimi, che per moltissimi anni fu strumento unico, seppur di diversa forma e fattura.
L’AUTORE | IVANO ASPERTI
Da molti anni assaggiatore per guide di vino ed enogastronomiche nazionali, oltre che per riviste di settore non solo nazionali; è commissario degustatore in concorsi enologici sul territorio nazionale.
Con Cinquesensi ha già pubblicato il libro Vitigni, vini rari e antichi.





