12° titolo della collana iVitali
Dalla rispettosa amicizia tra il pittore di Bellano e lo scrittore di Bellano, nonché tra il medico e il paziente, nasce una preziosa collana di libri risultato di un confronto e di uno stimolo reciproco.
Presentazione dell’Editore: La Collana iVitali
Contributo di Stefano Salis: Direzione silenzio
Non bisogna mai pensare di conoscere abbastanza a fondo uno scrittore. Meno che mai la sua scrittura. Andrea Vitali ci ha abituati, da anni, e con una regolarità che ha del disarmante, a tessere le fila di un mondo immaginario fatto di sorrisi bonari, di trame semplici o complesse, di storie di lago e di vita nelle quali la solarità della sua scrittura si accompagna, quasi sempre, a quella dei suoi personaggi, del suo mondo, del suo essere profondamente scrittore. Ma non facciamoci ingannare. Un artista deve sempre tenere da conto la molla profonda, e spesso taciuta, che lo spinge ad andare avanti, a non accontentarsi, a muovere un passo oltre il territorio nel quale si è spinto l’ultima volta o che ha esplorato nel passato. Quella molla è l’inquietudine ed è una forza oscura e potente: la scrittura, la letteratura, se ne è sempre nutrita con ingordigia, sapendo anche, spesso, di che amare sorprese fosse condita. Non che il mondo di Andrea Vitali non si fosse confrontato prima con l’oscuro, con il lato nero e buio della vita e della narrativa o lo avesse temuto. Nemmeno il più sprovveduto dei lettori potrebbe scambiare il tono elegiaco e addirittura di narrazione festosa che promana dalle sue pagine, per una facilità irridente del saper raccontare, per uno scrittore senza ombre. Ombre e lati inquieti, Vitali, li ha sempre avuti: magari celandoli proprio sotto le mentite spoglie di una forza narrativa che si lascia dietro i cattivi pensieri. Qui no.
Contributo di Leonardo Castellucci: Il custode inesistente
Con tali premesse il risultato non poteva essere che una nuova cifra espressiva che avrà colto di sorpresa anche lo stesso autore.
Perché il narrare forbito di Vitali, costruito secondo regole grammaticali impeccabili, qui si fa crudo, simbolico, intermittente, sincopato, imprevedibile: ora drammaturgico, ora quasi epigrammatico, ora chiuso ed ermetico come un’intuizione filosofica. Un narrato dettato dall’inconscio, che non si pone il fine di raccontare ma piuttosto di svelarci un segreto. Il nostro tragico segreto.
Metafora nichilista sulla condizione umana questa confessione/rivelazione che il custode ci trasmette come un dono di morte, attraverso questo diario che pare scritto da un condannato all’ergastolo e che ci conduce in un luogo atemporale dove niente si riesce a immaginare se non un’atmosfera vaga e morta, sospesa in una dimensione sconfortata e indefinita che richiama quel breve e criptico capolavoro ch’è Dall’Inferno di Manganelli, soliloquio di un’anima persa che galleggia fra vita e morte nel proprio aldilà senza divinità e che, nel suo sotteso significato, sembra parente di certi splendidi e agghiaccianti racconti buzzatiani.
Disponibile anche in eBook.
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DICONO DI NOI
LA PROVINCIA DI LECCO: In coda per le opere dei “due Vitali”. Il pittore e lo scrittore
LA GAZZETTA DI LECCO: La collana iVitali in mostra a Varenna
IL SOLE 24ORE Domenica : Tamburino
LA PROVINCIA DI LECCO: Tornano i Vitali e viaggiano in un mondo misterioso