Danilo Vitali. Catalogo La via del Rame – II edizione ampliata
Introduzione di Lucia Rossi: Sulla Via del Rame
Percorrere la via del Rame di Danilo Vitali è un’esperienza nuova e singolare perché gli incontri sono imprevedibili e inediti, ma nello stesso tempo è un’esperienza antica e plurale perché millenaria è la storia di questo metallo che fu utilizzato fin dagli albori della civiltà; il suo simbolo Cu e il nome in varie lingue derivano dall’isola di Cipro, per i ricchi giacimenti ivi presenti e Venere era chiamato dagli alchimisti, perché Cipro fu sacra a questa dea. Ma è anche una via molto personale questa di Danilo Vitali, frutto di un lungo percorso di pratica, di ricerca, di studio, ma soprattutto di lavoro; lavoro artigiano fatto di bulini, martelli, ceselli, che ha trasformato le stesse mani dell’artista in strumenti a loro volta, per incidere, battere e tagliare, brunire, molare, argentare, scaldare, fiammare, saldare, per trasformare e piegare una materia minerale a nuove forme di vita frutto dell’osservazione, dell’esperienza e della creatività dell’uomo. Su questa via del Rame, antica e nuova nello stesso tempo, si incontrano molteplici forme di natura vegetale, animale e astratta. È certo una natura metallica , ma non per questo meno ‘naturale’ , tanto quanto è naturale l’arte e artistica la natura, fatta di frotte di agoni lacustri e cangianti blu turchese e viola ruggine che attraversano la copertina; di aerei acquari e voli di alborelle argentate che guizzano al soffio della pagina voltata; di capre dal viso semita, bagnate dalla pioggia.
Introduzione di Gianfranco Colombo: L’arrendevole consistenza del rame
Sono mani inquiete quelle di Danilo Vitali eppure sapienti. Trattano i fogli di rame come fossero pagine bianche e la sua scrittura si affida a strumenti meno educati di una qualsiasi penna. Lui ricorre al fuoco, all’acqua, ad acidi innominabili, ad una serie infinita di bulini e di scalpelli. Nel suo antro-studio, in quella che ad entrarci può sembrare una semplice officina, modella il rame affidandosi agli elementi di una natura, che piega alle sue idee. La duttile superficie del rame acquista così una nuova vita e va a costituire la collezione dei manufatti di una artista-artigiano, che non pone limiti alla sua fantasia. Il rame diventa melagrana o girasole, si può trasformare in un volto barbuto di capra o nel gruppo composito di quei funghi chiodini che fanno tanto sottobosco; ma, soprattutto, le idee cui attingere ispirazione arrivano dal lago, che sta a due passi. Ed allora sono gli agoni o le alborelle a trovare nuova verginità, ad abboccare all’amo di questo Vitali (a Bellano i Vitali sono una tribù infinita), che con i pesci ha una lunga storia ed a cui non sembra vero di fissarli una volta per tutte dentro la sua materia d’elezione.
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DICONO DI NOI
CORRIERE DELLA SERA: Pesci di rame nel lago incantato di Danilo Vitali
SETTE: Danilo Vitali. La via del rame