Caduta libera

catalogo realizzato in occasione della mostra
Caduta libera
26 luglio – 10 novembre 2019
Circolo . Bellano (LC)

doppia lingua italiano/inglese

14,25 

Caduta libera, a cura di Velasco Vitali, è il titolo della seconda mostra che si inaugura al Circolo di Bellano. Caduta libera è un’indagine sull’oscurità, sulle sue sorprese e i suoi fantasmi. È un omaggio all’Orrido come luogo fisico e paesaggio dell’anima, ma anche un’escursione mentale sulle zone d’ombra e gli oggetti abbandonati o dimenticati che riaffiorano a nuova vita con sembianze diverse rispetto a ciò che erano e alle ragioni per le quali sono stati creati. La suggestione s’ispira al movimento di un rivolo d’acqua quando oltrepassa uno scalino di roccia e diventa cascata. Dal mistero dell’erosione carsica e dall’insistente lavoro di scavo che l’acqua fa sulla pietra. Anfratti, grotte e gole sono “l’orrido” risultato di questa azione.

La mostra nasce dalla scoperta di un nucleo di venticinque opere che Gianni Maimeri (1884-1951) dipinse fra il 1906 e 1910 rinchiudendosi fra le gole di un Orrido. Sono dipinti mai esposti al pubblico e per la prima volta visibili nel loro insieme. Sono la testimonianza di uno slancio giovanile di chiaro impulso romantico, ma con una folgorante matrice espressionistica. Cromie che cercano di emergere dal buio.
Sulla parete opposta della grande sala, è allestito un estratto dal ciclo Gypsoteca di Agostino Iacurci: una ricerca di oggetti e simboli della memoria popolare che filtra e plasma gli elementi di classicità reinventandoli con uno spirito Pop di echi disneyani. Dalle finestre del Circolo, appare in giardino il non finito abbandonato ovvero i detriti di alcune importanti sculture realizzate presso la Fonderia Artistica Battaglia, storica officina del bronzo dalla quale sono passati i più celebri scultori italiani del Ventesimo Secolo.
Un grande tappeto blu, simbolo della cascata, ‘sgorga’ dalla scala barocca del Circolo e si riversa sulla contrada, invadendola. Al centro dell’atrio, uno smisurato orecchio giallo, opera di Agostino Iacurci, diventa simbolo metafisico, in ascolto degli echi dell’Orrido.

 

L’introduzione di Velasco Vitali: Sublime non sublime

Maimeri è il nome della più conosciuta marca di colori per artisti in Italia. Meno noto è invece quello del suo creatore, Giovanni Maimeri, detto Gianni. Nato nel 1884, Gianni Maimeri fu un artista milanese che col fratello minore, Carlo (un chimico), sperimentò nuovi sistemi di impasto delle cere con i pigmenti puri e migliorò, attraverso formule innovative, la qualità dei medium, delle vernici e dei solventi, ottenendo risultati sorprendenti sulla resistenza e la brillantezza dei colori. Quelle scoperte, nate dalle esperienze maturate sulla tela da Gianni, tra il 1923 e il 1925, spinsero i due fratelli a fondare una fabbrica che rivoluzionò l’uso e la diffusione del colore fra gli artisti. Maimeri fu un pittore legato agli ambienti colti della borghesia milanese, dipinse soprattutto ritratti, paesaggi, interni borghesi, café chantant e musicisti.
[…] La distanza fra la mano di chi le ha modellate e ciò che ora rappresentano è incolmabile, tunnel archeologici del presente sui quali potrebbe intervenire solo un audace Agostino Iacurci che potrebbe rispondere a queste domande subdole sul senso o non-senso dell’arte, capace com’è di far scomparire l’albero genealogico delle cose: amputando nomi e cognomi, rami e radici. Un disinvolto osservatore che s’aggira nell’orrido della contemporaneità con leggerezza. Il suo non è più paesaggio dell’anima, ma “stato d’occhi” del presente, inteso come la semplice normalità del quotidiano, quella che tutti i giorni s’incontra al crocevia delle strade.

confezione

brossura

dimensioni

19×25 cm

pagine

72

ISBN

978-88-99876-17-3

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