La lieve e amara ironia di un grande scrittore 12 Marzo 2014 – Posted in: BOOKS

L’introduzione al nuovo racconto di Andrea Vitali, Vivida mon amour, a firma della scrittrice Sveva Casati Modignani.

cover.Vivida mon amourVivida mon amour è il tenero titolo di una storia amara che Andrea Vitali offre ai suoi lettori. Narra della passione giovanile di un neo laureato squattrinato per una ragazza, Vivida, inafferrabile come l’aria, ignorante come una capra, indifferente a tutto tranne che a una bottiglia di buon vino rosso e al suo fiorente commercio di fiori. Cominci a leggere e ti ritrovi invischiato in un racconto fresco come un prato rugiadoso, frizzante come le bollicine dello spumante, condito di corpose riflessioni esposte con lievità, punteggiato di amara ironia che è la cifra di questo straordinario scrittore. Pagina dopo pagina vieni trascinato dentro la vita dei due protagonisti e soffri pensando ai salti mortali di lui per offrirle il meglio e all’ottusità di lei che neanche se ne accorge. Lui le parla d’amore, attingendo poesia dalla conoscenza del mondo letterario, lei sbadiglia e “ronfa”. Lui la interroga e lei risponde a grugniti. Una volta riesce persino a baciarla, superando l’odore dell’aglio che lei ha appena mangiato. Il fatto è che lui si è innamorato della sua figura longilinea, e le sue caviglie, “malleoli di rara fattura”, lo hanno “mandato fuori di melone”.
Alla fine, sopraffatto dalla rozzezza di lei, si arma di tutto il suo coraggio e decide di non vederla più, “né lei né i suoi bei malleoli”.
A distanza di anni, quando ormai è un uomo maturo, gli tornano in mente i giorni di quella breve storia che lo aveva fatto tanto soffrire e lo sfiora il pensiero che Vivida potrebbe anche essere morta. A quel punto, Vitali non riesce a trattenere la sua vena ironica e conclude: “Chissà che profluvio di fiori al funerale e poi al cimitero”.

Sveva Casati Modignani